L’otto marzo, giorno della feste delle donne, spesso diciamo che dietro ad ogni grande uomo c’è una grande donna. Corretto ma non basta. Di solito non si ricordano quegli uomini che non avrebbero probabilmente raggiunto lo stesso successo qualora avessero avuto accanto una donna addirittura capace di surclassarlo.

Ray Kaiser (nome nubile) resta poco conosciuta se non fosse per il nome del marito Charles. Parliamo della nota ed ineguagliabile coppia del design, meglio conosciuta come Charles e Ray Eames. Tra le loro firme su alcuni iconici pezzi, ricordiamo l’agognata e celeberrima Lounge Chair 670, la DAL e le replicate sedute in vetroresina. Fu proprio l’unione in matrimonio con Ray a far spiccare la carriera di Charles Eames. Parliamo di una figura femminile senza dubbio di spicco durante un periodo dove emergevano le scuole femminili. Negli anni ‘30 visse da sola a New York dove potè apprendere stando accanto a Hans Hoffmann noto esponente dell’espressionismo astratto di cui lei stessa – in seguito – divenne una figura di spicco. Grazie alle sue grandi qualità, affiancò i grandi nomi del design come Harry Bertoia, Eero Saarinen – ed appunto – Charles Eames.

Nonostante la sua indiscussa influenza per la creazione degli elementi di arredo, il nome di Ray, per molto tempo non venne citato nel catalogo della Herman Miller, l’azienda che ancora oggi assieme a Vitra produce le famose sedute. Di spicco fu anche la sua produzione di pattern tessili, tutt’oggi largamente imitati dalle più importanti aziende di arredamento. Seppur di entità minore, ebbe anche un ruolo per la creazioni di bozzetti nel settore dell’abbigliamento disegnando per suo marito e se stessa. Da ricordare anche le uniformi dei membri del Padiglione IBM nella New York World’s Fair.

Senza dubbio, attualmente la ricorderemo come la nostra Gae Aulenti e – chissà – forse verrebbe anche esaltata come Patricia Urquiola o Zaha Hadid. Ciò non avvenne nell’epoca in cui visse. Diversamente non sarebbe rimasta oscurata dietro al nome della coppia Charles e Ray Eames. Ma fortunatamente, suo marito, le diede il giusto merito con la seguente frase:

“Anything I can do, Ray can do better.”

A cui, senza dubbio, non dobbiamo aggiungere altro.


Foto copertina di Von CC BY 2.0, Link.