Lo shopping online è diventato un gesto quotidiano: pochi clic e un prodotto parte da un magazzino per raggiungere la porta di casa. Dietro la semplicità apparente dell’esperienza digitale si nasconde però una rete complessa di norme e tutele che regolano ogni fase della transazione. Il diritto del commercio elettronico nasce proprio per disciplinare questo universo, in cui consumatori e imprese interagiscono in un ambiente in continua evoluzione e dai confini ben diversi rispetto al commercio in senso più tradizionale.
Parliamo di una branca del diritto che si è affermata negli ultimi decenni in risposta all’esplosione del digitale e che continua ad adattarsi ai cambiamenti imposti dalla tecnologia, anche per questa ragione legiferare in tal senso richiede un costante aggiornamento. Il suo campo d’azione riguarda tutte le operazioni commerciali effettuate tramite internet: dalla vendita di beni e servizi, alla gestione dei dati personali, passando per la stipula dei contratti e la tutela dell’utente finale. Anche in ambito accademico il diritto del commercio elettronico sta trovando ampio spazio, tanto da risultare tra le materie principali della laurea magistrale in eCommerce e Digital Management e nel piano di studi in sicurezza e cooperazione internazionale, presente tanto nelle università tradizionali quanto nell’offerta di quelle telematiche come Unicusano.
Uno degli aspetti centrali è la trasparenza informativa. Prima di concludere un acquisto, il consumatore ha diritto a ricevere informazioni chiare e dettagliate: chi è il venditore, quali sono i costi totali, le condizioni di recesso, i tempi di spedizione. Queste indicazioni non sono un’opzione ma un obbligo normativo previsto a livello europeo, con direttive recepite anche in Italia, che impongono alle aziende di strutturare i propri siti e-commerce in modo conforme. La mancanza di trasparenza può infatti portare a sanzioni, oltre a compromettere la fiducia del cliente.
Un altro tema chiave riguarda i contratti elettronici. Il diritto del commercio elettronico stabilisce che anche una transazione conclusa online ha pieno valore legale, purché rispetti determinati criteri: consenso esplicito, possibilità di accesso alle condizioni contrattuali e tracciabilità dell’accordo. Non è più necessario firmare con penna su carta per rendere valido un contratto: un clic, se ben regolato, è sufficiente. In questo senso, il ruolo delle cosiddette firme digitali e dei sistemi di autenticazione è diventato strategico.
La protezione del consumatore è il pilastro su cui si fonda l’intero impianto normativo: non a caso, nel solo 2024 sono stati truffati circa 2,8 milioni di italiani, ma molti di questi non procedono a denuncia. L’utente online è considerato la parte “debole” del rapporto, motivo per cui le leggi tendono a rafforzarne le garanzie. Diritto di recesso entro 14 giorni, rimborso in caso di prodotto non conforme, diritto a essere informati sul trattamento dei dati personali: sono tutti elementi che mirano a creare un ambiente sicuro per l’utente e affidabile per il mercato.
Il diritto del commercio elettronico non si esaurisce in un insieme statico di regole: è un settore dinamico, destinato a seguire da vicino le nuove frontiere dell’innovazione digitale. L’intelligenza artificiale, la blockchain, i pagamenti digitali e le piattaforme internazionali pongono interrogativi continui a cui il legislatore è chiamato a rispondere. Chi opera in questo ambito, sia come professionista sia come azienda, deve quindi tenere il passo non solo con il mercato, ma anche con l’evoluzione normativa.